Il fine della terapia consiste nel far sì che il paziente non dipenda dagli altri e scopra fin dal primissimo momento che può fare molte cose, molte più cose di quelle che crede di poter fare”. F.Perls

Sintomi e creatività legata

Nella Psicoterapia della Gestalt il sintomo non è qualcosa che si ha, piuttosto è qualcosa che si fa. Nel primo caso il sintomo sembra qualcosa di statico e che non ha nulla a che fare con la persona; nel secondo invece diventa un vero e proprio comportamento disfunzionale, in cui, il potenziale creativo della persona è intrappolato.
Partendo da questa prospettiva, questo comportamento è il migliore che la persona è riuscita ad adottare in risposta alle sue spinte interne. Possiamo schematizzare le possibili risultanze nell’incontro fra queste due parti interne (nella figura A e B), in questo modo:.

Sintomo - se sia A che B sono scontente;
Compromesso - se le parti sono parzialmente soddisfatte;
Sintesi - se entrambi le parti sono soddisfatte.

Il sintomo, anche se è la soluzione più disfunzionale, da un certo punto di vista è la via più facile, perché richiede meno energia. Per arrivare alla sintesi, invece, c’è bisogno di tutta la creatività del sé. Nella nevrosi il potenziale creativo del sé è inibito e i bisogni dell'individuo sono frustrati, si percepisce la situazione come qualcosa che non può cambiare, si è portati a credere che l'influenza del passato non sia modificabile e ci si rassegna "congelando" il conflitto.
A causa di questa presunta impotenza nel cambiare, le persone che chiedono aiuto ad uno psicologo, vorrebbero che risolvesse lui i problemi al posto loro, attribuendogli poteri particolari. Spesso tendono a delegare, chiedendo consigli o aiuto su come “devono” fare per affrontare una certa situazione per la quale si considerano inadeguati, deboli o incapaci.
Quello che può fare il terapeuta è cercare di riattivare la naturale capacità di adattamento creativo della persona e aiutarlo a sviluppare la sua capacità di rispondere (“respons-ability”). Perls lo disse in questo modo:
“Applichiamo abilmente una dose di frustrazione sufficiente a costringere il paziente a scoprire la propria strada, a scoprire le proprie possibilità, il proprio potenziale, e a scoprire che quel che si aspetta dal terapeuta può benissimo farlo anche da solo".

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